La saggezza della vita secondo Arthur Schopenhauer
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La saggezza della vita secondo Schopenhauer

Scegliere il genere di vita in base alla nostra personalità e capacità

Con lo scopo di avere spunti di riflessione su come orientarsi nel mondo, vivere tra gli uomini e realizzare i nostri progetti, in questo articolo andremo ad esporre alcuni pensieri sulla vita esposti da Arthur Schopenhauer (1788 – 1860) nel suo libro postumo: “La saggezza della vita”.

Sicuramente i suoi pensieri potranno tornarci utile nel modo di affrontare e gestire i rapporti con gli altri ed i problemi della vita di tutti i giorni.

Quanto segue è tratto (con adatt.) dal libro di Schopenhauer: “La saggezza della vita”.

 

La regola suprema di ogni saggezza

Considero come regola suprema di ogni saggezza una proposizione formulata da Aristotele: “L’uomo prudente persegue non ciò che è piacevole, ma ciò che è privo di dolore”. La versione latina della proposizione è poco incisiva. Si potrebbe tradurre forse meglio così: “Il saggio non persegue il piacere, ma l’assenza di dolore”.

Colui che volesse trarre le conclusioni della propria vita sotto il punto di vista della ricerca dei mezzi concreti per poter vivere quanto più serenamente possibile, non dovrà fare i conti secondo le gioie godute, ma secondo i mali a cui è sfuggito.

Sbaglia molto meno colui che con uno sguardo eccessivamente pessimista considera questo mondo una sorta d’inferno volendo quindi solo garantirsi un posto dove il fuoco non arrivi. Lo stolto insegue i piaceri della vita e si sente deluso: il saggio evita i mali.

Un carattere nobile, una testa capace, un temperamento felice, un animo sereno ed un corpo di buona costituzione e interamente sano, dunque ciò che in generale si esprime con il motto: “mens sana in corpore sano”, sono quindi i beni primari e più importanti per la nostra felicità; per questo dovremmo pensare molto di più al loro incremento e al loro mantenimento che non a entrare in possesso di beni esterni e di onori esteriori.

Il che tuttavia non va frainteso al punto che si debba trascurare l’acquisizione di ciò che è necessario e conveniente.

La vera e propria ricchezza, cioè la sovrabbondanza di beni, tuttavia, può poco per la nostra felicità.

Una parte rilevante della saggezza è il giusto rapporto con cui rivolgiamo la nostra attenzione in parte al presente, in parte al futuro, in modo tale che l’uno non deteriori l’altro.

Molti vivono troppo nel presente e sono sconsiderati; altri vivono troppo nel futuro e sono timorosi e preoccupati. Raramente qualcuno manterrà il giusto equilibrio.

Solo il presente è vero e reale ed è solo in esso che si svolge la nostra vita. Di conseguenza dovremmo sempre riservargli un’accoglienza serena godendoci ogni ora sopportabile e libera da avversità immediate o da dolori, coscienti di quello che valgono queste ore per noi, vale a dire senza turbarle con volti contrariati a causa di speranze deluse nel passato o da preoccupazioni per il futuro. Perché è veramente assurdo voler buttare via delle ore felici del presente oppure rovinarsele con il rammarico per cose passate o con l’apprensione per cose che verranno.

Il mondo in cui ognuno vive, dipende anzitutto da come esso viene compreso e assimilato da ognuno, e si conforma ai diversi cervelli; per questo il malinconico vede una tragedia ove il sanguigno scorge solo un interessante conflitto e il flemmatico ha di fronte qualcosa di indifferente e insignificante.

Pertanto, l’unica cosa che è in nostro potere a questo riguardo è quella di sfruttare la personalità che ci è stata data nel modo migliore possibile, perseguire le aspirazioni a essa più consone e curare la formazione adatta a essa, evitando tuttavia al contempo tutte le altre: scegliere quindi lo stato, l’occupazione e il genere di vita che più si possano armonizzare con la nostra personalità.

Tuttavia, occorre anche qui guardarsi, soprattutto in gioventù, dallo scoglio della presunzione, per non attribuirsi forze esagerate che in realtà non si possiedono.

 

Realizzare i nostri progetti

Al riguardo dei nostri progetti, occorre esaminare minuziosamente e ripetutamente ogni progetto prima di metterlo in opera, e anche dopo aver approfondito tutto quanto nel modo più esauriente, bisogna concedere un qualche spazio all’incompiutezza di ogni conoscenza umana, per cui ci possono essere comunque delle circostanze, che non è possibile controllare e prevedere, e che potrebbero far risultare errato tutto il calcolo.

Questo scrupolo ci consiglierà, quando si tratta di cose importanti, a non intraprendere nulla senza una reale necessità: “quieta non movere”.

Una volta però giunti alla decisione e posta mano all’opera, in modo che tutto prenda il suo naturale andamento tanto da dover attendere soltanto l’esito, non ci si deve più tormentare con riflessioni sempre diverse intorno a pericoli possibili e si deve considerare il fatto ormai compiuto. È meglio non pensarci più, considerando chiusa la sequenza dei ragionamenti, e tranquillizzandosi con la convinzione di aver ponderato tutto a dovere a suo tempo.

Finché l’esito di una vicenda pericolosa sia anche soltanto dubbio, finché sussista anche solo la possibilità di una riuscita fortunata, non si deve pensare allo scoraggiamento, ma unicamente a resistere, allo stesso modo che non si deve disperare del tempo, finché vi sia ancora nel cielo un pezzetto di azzurro.

Ma anche qui è possibile esagerare: il coraggio, infatti, può degenerare in temerarietà. Un certo grado di timore è necessario per la nostra esistenza nel mondo, la viltà invece entra in campo quando si travalica tale grado.

 

La personalità di Arthur Schopenhauer

Schopenhauer non aveva un bel carattere e non è mai stato tenero con l’umanità del suo tempo. Venne definito da molti come il filosofo del pessimismo, per la sua visione sofferente e negativa della vita, nella quale il singolo per affermare sé stesso è costretto a prevaricare gli altri.

Sarebbe dovuto diventare un commerciante, invece divenne un filosofo, ma differentemente dalla maggioranza degli altri filosofi, seppe però gestire bene i denari guadagnati.

Schopenhauer è un uomo che nella vita ha saputo fare le sue scelte. Ribellatosi al suo destino di mercante, che il padre avrebbe voluto per lui, decise di seguire le sue passioni. Non ebbe un’esistenza felice. Durante la sua vita scrisse molto ma rimase per quasi tutto il corso della sua vita ignorato.

Il successo gli arrivò, quasi per caso, solo negli ultimi anni della sua vita non per merito delle sue lunghe opere, che avrebbero dovuto spiegare al mondo il suo concetto di filosofia, ma invece per gli aforismi, o meglio i commenti che avrebbero dovuto supportare quelle sue grandi opere di pensiero che inizialmente non furono per niente considerate.

Se vuoi maggiori informazioni sulla sua vita e sulle sue opere, leggi l’articolo presente su questo blog dal titolo: Arthur Schopenhauer

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