L’abate Dinouart e l’arte di tacere
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L’abate Dinouart e l’arte di tacere

Quanto il silenzio è più efficace

L’abate Dinouart o meglio Joseph Antoine Tousaint Dinouart (1716 – 1786) è stato uno scrittore ed un sacerdote, noto soprattutto per aver scritto un piccolo testo dal titolo: L’arte di tacere.

Si tratta di un testo di breve lettura, ricco di insegnamenti sull’importanza del saper tacere quando è necessario.

Al tempo stesso però è un testo divertente ed intelligente.

Sebbene siano passati molti anni da quando è stato scritto, rimane ancora oggi una lettura ricca di insegnamenti sulla saggezza ed il buon senso.

L’abate Dinouart e l’arte di tacere

Riportiamo, di seguito un piccolo riassunto [con adattamento] della sua piccola ma grande opera:

 

… credo che, per ben tacere, non sia sufficiente chiudere la bocca e non parlare affatto. Non esisterebbe così nessuna differenza fra l’uomo e l’animale, poiché quest’ultimo è muto per natura.

Nella vita bisogna tuttavia saper dominare la propria lingua, cogliere i momenti opportuni per trattenerla e seguire le regole che la prudenza prescrive in questa materia.

  • Il primo grado della saggezza è saper tacere;
  • il secondo è saper parlare poco e moderarsi nel discorso;
  • il terzo è saper parlare molto senza parlare male e senza parlare troppo.

Questa consapevolezza, del saper tacere quando necessario, è differente per ciascuna persona a seconda del carattere, pertanto di qualunque sesso e condizione siano coloro che leggeranno questi insegnamenti, ciascuno potrà estrarre, dal discorso generale, la parte che lo riguarda.

Non spetta a me assolvere questo compito, e quand’anche ne avessi la libertà, non potrei servirmene senza peccare, forse, contro le regole del silenzio che propongo agli altri.

Queste che seguono sono le riflessioni generali che è necessario fare sul silenzio per imparare a tacere.

Solo l’esperienza ce ne farà conoscere la validità.

 

Riflessioni generali sull’importanza del tacere

 

Si deve smettere di tacere solo quando si abbia qualcosa da dire che valga più del silenzio;

 

C’è un tempo per tacere come c’è un tempo per parlare;

 

Il tempo per tacere deve essere nell’ordine sempre il primo: non si saprà mai parlar bene se prima non si è imparato a tacere;

 

Tacere quando si è tenuti a parlare è una cosa da deboli e da imprudenti, tanto quanto parlare quando si deve tacere è sintomo di leggerezza e indiscrezione;

 

In generale è certo che si rischia di meno a tacere che a parlare;

 

L’uomo non è mai tanto padrone di sé quanto lo è nel silenzio: quando parla egli sembra perdersi, per così dire, al di fuori di sé, e dissolversi nel discorso al punto da appartenere meno a se stesso che agli altri;

 

Quando si ha una cosa importante da dire bisogna prestarvi un’attenzione particolare: è bene dirla prima a se stessi e poi ripetersela, in modo da non doversi pentire quando non si è più in grado di trattenerla;

 

Se si tratta di tenere un segreto, non si tace mai troppo. Il silenzio è, in questa circostanza, una delle cose per le quali non si deve temere nessun eccesso;

 

La cautela necessaria per conservare bene il silenzio nella vita quotidiana non è virtù minore dell’abilità e dell’impegno a parlar bene. E non c’è merito maggiore nello spiegare ciò che si sa quanto non ve ne sia nel tacere su ciò che si ignora. A volte il silenzio del saggio vale più del ragionamento del filosofo, poiché è una lezione per gli impertinenti e un’ammonizione per i colpevoli;

 

Il silenzio a volte fa sembrare saggio un uomo mediocre e capace un ignorante;

 

Siamo naturalmente portati a credere che un uomo che parla poco non sia un gran genio, e chi parla troppo sia uno sconsiderato o un pazzo. È meglio far credere di non essere un genio di prim’ordine, rimanendo spesso in silenzio, piuttosto che passare per folle abbandonandosi alla smania di parlar troppo;

 

Il tratto distintivo di un uomo coraggioso è quello di parlare poco e di compiere grandi azioni. Il tratto distintivo di un uomo di buon senso è di parlare poco e dire sempre cose ragionevoli;

 

Quale che sia la disposizione d’animo che abbiamo verso il silenzio, dobbiamo sempre diffidare di noi stesi: la smania di dire qualcosa sarebbe già un motivo sufficiente per tacerla;

 

Il silenzio è necessario in molte occasioni, ma bisogna sempre essere sinceri: è possibile tenere per sé certi pensieri, ma non fingerli. Esistono delle maniere di tacere senza chiudere il proprio cuore, di essere discreto senza essere cupo e taciturno, di nascondere alcune verità senza coprirle con menzogne.

L’abate Dinouart e l’arte di tacere

 

Le differenti specie di silenzio

I modi di tacere differiscono a seconda del temperamento e dello spirito degli uomini.

Ecco i principali modi per cui si sta in silenzio:

  

Il silenzio prudente

È prudente quando si sa tacere opportunamente, secondo i tempi e i luoghi in cui ci si trova, e secondo le attenzioni dovute alle persone con cui trattiamo e viviamo.

È una caratteristica delle persone con una grande capacità nell’osservare le circostanze che le inducono a tacere o a parlare.

 

Il silenzio artificioso

È artificioso quando si tace soltanto per sorprendere, sia sconcertando così coloro che ci dichiarano i loro sentimenti, senza far conoscere a loro i nostri, sia usando ciò che abbiamo udito e osservato, con l’intenzione di rispondere in maniera ingannevole.

È una caratteristica delle persone meschine, diffidenti, vendicative e inclini a sorprendere gli altri.

 

Il silenzio compiacente

Il silenzio compiacente non consiste solo nell’ascoltare senza contraddire coloro ai quali vogliamo piacere, ma anche nel manifestare loro i segni del compiacimento che proviamo nell’ascoltarli e nell’osservarli. In questo modo gli sguardi, i gesti e tutto il corpo suppliscono all’assenza della parola.

È una particolarità delle persone dal carattere accomodante.

 

Il silenzio canzonatorio

Il silenzio canzonatorio è un riserbo malizioso e artificioso: non interrompiamo le sciocchezze che ascoltiamo e vediamo fare nei discorsi leggeri e indiscreti, e segretamente ridiamo di coloro che credono di essere approvati e ammirati, e invece sono le vittime.

È una tipicità delle persone che amano divertirsi.

 

Il silenzio stupido

Abbiamo un silenzio stupido quando, rimanendo immobile la lingua e insensibile lo spirito, l’uomo sembra interamente inabissato in un profondo mutismo che non significa nulla.

È una peculiarità delle persone di spirito debole e sciocche.

 

Il silenzio di approvazione

Consiste nel consenso che diamo a ciò che vediamo e che ascoltiamo, sia concedendo a esso un’attenzione favorevole, sia manifestando, attraverso alcuni segni esteriori, che lo riteniamo ragionevole e degno di lode.

È una caratteristica delle persone con grande capacità critica.

 

Il silenzio di disprezzo

Si ha quando non ci degniamo di rispondere a coloro che ci parlano, o che aspettano un nostro parere su un argomento.

E quando consideriamo con freddezza e presunzione tutto ciò che dicono.

È un silenzio frutto dell’orgoglio e dell’amor proprio, di chi è convinto che nessuno meriti di ricevere un solo attimo della loro attenzione.

Ad ogni modo, talvolta, di questo silenzio può avvalersi anche un uomo giudizioso che, tacendo, disprezza ciò che non ritiene degno di una maggiore considerazione,

 

Il silenzio politico

È quello di un uomo prudente, che si contiene, che si comporta con accortezza, che non si apre sempre, che non dice tutto ciò che pensa, che non chiarisce sempre la sua condotta e le sue intenzioni.

È un uomo che, senza tradire le giuste ragioni, non risponde sempre esplicitamente per non lasciarsi scoprire. Il suo silenzio rimanda al già menzionato silenzio artificioso…

 

Interessante vero!

Certamente, non sempre chi sta in silenzio è più intelligente di chi parla. Come infatti detto dall’abate Dinouart nella sua opera: L’arte di tacere,  ci può essere anche un silenzio stupido, che non significa nulla.

Purtroppo invece moltissime persone, proprio, per la loro natura vanitosa, ansiosa e protagonista non riescono a fare a meno di parlare quando non è necessario.

Leggi, a tal proposito, su questo blog: Sfruttare il potere del silenzio in una negoziazione

 

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