I tordi e la civetta - Leonardo da Vinci
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I tordi e la civetta – Leonardo da Vinci

Dalla padella alla brace

Siamo liberi! Siamo liberi!” gridarono un giorno i tordi, vedendo che l’uomo aveva catturato la civetta. “Ora la civetta non ci fa più paura. Ora dormiremo tranquilli”.

La civetta, infatti, era caduta in una trappola e l’uomo l’aveva rinchiusa in gabbia.

Andiamo a vedere la civetta in prigione”, dicevano i tordi, volando e cantando intorno alla gabbia della loro avversaria.

Ma l’uomo aveva catturato la civetta con un altro scopo, ossia quello di catturare i tordi.

Infatti, la povera civetta fece subito alleanza con il suo vincitore il quale, dopo averla legata per una zampa, la metteva ogni giorno bene in mostra sopra un sostegno.

I tordi per vederla, si precipitavano sugli alberi vicini, dove l’uomo aveva nascosto le sue trappole mortali. E i tordi, anziché perdere la libertà come la civetta, persero la vita.

 

Morale della favola

Questa favola di Leonardo da Vinci è per tutti quelli che si rallegrano quando qualcuno, che temono, perde la libertà.

Quello che Leonardo vuol farci comprendere è che il vinto, quando è importante, diventa spesso alleato o strumento del vincitore, mentre tutti quelli che, prima, dipendevano dal vinto cadono sotto un nuovo padrone, ed insieme alla libertà perdono, spesse volte, anche la vita.

 

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