Qualche volta la vita ti colpisce come un mattone in testa, di Steve Jobs
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L’amore e la perdita, di Steve Jobs

Seconda storia di Steve Jobs ai neolaureati di Stanford

L’amore e la perdita è la seconda delle tre storie raccontate da Steve Jobs (1955 – 2011) cofondatore del colosso tecnologico Apple nel celebre discorso effettuato Il 12 Giugno 2005 ai giovani neolaureati dell’Università di Stanford in occasione della consegna dei diplomi di laurea.

In questa seconda storia Jobs, suggerendo ai ragazzi di seguire il cuore e di credere nelle proprie intuizioni, continua con il racconto di un’altra vicenda riguardante sempre la sua vita.

Se però non hai ancora avuto modo di prendere visione della prima delle tre storie di Steve Jobs, allora ti consiglio di cliccare sul suo primo racconto: Unire i puntini.

Ecco la sua seconda storia:

 

L’amore e la perdita

La mia seconda storia è a proposito dell’amore e della perdita.

Sono stato fortunato: ho trovato molto presto che cosa amo fare nella mia vita.

Woz[1] e io abbiamo fondato la Apple nel garage della casa dei miei genitori quando avevamo vent’anni.

Abbiamo lavorato duramente e in dieci anni Apple è diventata da un’azienda con noi due e un garage in una compagnia da due miliardi di dollari con oltre quattromila dipendenti.

L’anno prima avevamo appena realizzato la nostra migliore creazione – il Macintosh – e io avevo appena compiuto 30 anni, e in quel momento sono stato licenziato.

Come si fa ad essere licenziati dalla compagnia che hai fondato?

Beh, quando Apple era cresciuta avevamo assunto qualcuno che ritenevamo avesse molto talento e capacità per guidare l’azienda insieme a me, e per il primo anno le cose sono andate molto bene. Ma poi le nostre visioni del futuro hanno cominciato a divergere e alla fine abbiamo avuto uno scontro. Quando questo successe, i nostri dirigenti si schierarono dalla sua parte.

Quindi, a 30 anni io ero fuori. E in maniera plateale.

Quello che era stato il principale scopo della mia vita adulta era andato e io ero devastato da questa cosa. Non ho saputo davvero cosa fare per alcuni mesi.

Mi sentivo come se avessi tradito la generazione di imprenditori prima di me – come se avessi lasciato cadere la fiaccola che mi era stata passata. Incontrai David Packard[2] e Bob Noyce[3] (cofondatore di Intel) e tentai di scusarmi per aver rovinato tutto così malamente. Era stato un fallimento pubblico e io presi anche in considerazione l’ipotesi di scappare via dalla Silicon Valley.

Ma qualcosa lentamente cominciò a crescere in me: ancora amavo quello che avevo fatto. L’evolvere degli eventi con Apple non avevano cambiato quello che provavo, neanche un poco.

Ero stato respinto, ma ero sempre innamorato. E per questo decisi di ricominciare da capo. Non me ne accorsi allora, ma il fatto di essere stato licenziato da Apple era stata la miglior cosa che mi potesse succedere.

La pesantezza del successo era stata rimpiazzata dalla leggerezza di essere di nuovo un debuttante, senza più certezze su niente. Mi liberò dagli impedimenti consentendomi di entrare in uno dei periodi più creativi della mia vita.

Durante i cinque anni successivi fondai un’azienda chiamata NeXT e poi un’altra azienda, chiamata Pixar, e mi innamorai di una donna meravigliosa che sarebbe diventata mia moglie.

Pixar si è rivelata in grado di creare il primo film in animazione digitale, Toy Story, e adesso è lo studio di animazione più di successo al mondo. In un significativo susseguirsi di eventi, Apple ha comprato NeXT, io sono ritornato ad Apple e la tecnologia sviluppata da NeXT è nel cuore dell’attuale rinascimento di Apple. E Laurene[4] ed io abbiamo una meravigliosa famiglia.

Sono sicuro che niente di tutto questo sarebbe successo se non fossi stato licenziato da Apple. È stata una medicina molto amara, ma ritengo che fosse necessaria per il paziente.

Qualche volta la vita ti colpisce come un mattone in testa. Non perdete la fiducia, però.

Sono convinto che l’unica cosa che mi ha trattenuto dal mollare tutto sia stato l’amore per quello che ho fatto.

Dovete trovare quel che amate. E questo vale sia per il vostro lavoro che per i vostri affetti. 

Il vostro lavoro riempirà una buona parte della vostra vita, e l’unico modo per essere realmente soddisfatti è fare quello che riterrete un buon lavoro.

E l’unico modo per fare un buon lavoro è amare quello che fate.

Se ancora non l’avete trovato, continuate a cercare. Non accontentatevi. Con tutto il cuore, sono sicuro che capirete quando lo troverete.

E, come in tutte le grandi storie, diventerà sempre migliore a mano a mano che gli anni passano. Perciò, continuate a cercare e non accontentatevi.

Qualche volta la vita ti colpisce come un mattone in testa, di Steve Jobs

 

Se vuoi visionare il terzo discorso fatto da Steve Jobs ai neolaureati dell’università di Stanford nel 2005, clicca: Siate affamati. Siate folli – Stay hungry. Stay foolish.

Per chi non lo ancora fatto, consiglio di leggere l’articolo presente su questo blog dal titolo: Imparare da Steve Jobs.

Se invece vuoi maggiori informazioni sulla vita di Steve Jobs e sulla storia della Apple, devi allora assolutamente leggere il libro autobiografia: Steve Jobs, scritto da Walter Isaacson.

 

 

[1]  Woz – Si trattta di Steve Wozniak, cofondatore della Apple Computers, nel 1976, insieme a Jobs.

[2]  David Packard – Coofondatore della Hewlett-Packard

[3]  Bob Noyce – Robert Norton Noyce – era soprannominato “il sindaco di Silicon Valley”, fu coofondatore nel 1957 della Faichild Semiconductor e nel 1968 di Intel. A Noyce è accreditata, insieme a Jack Kilby, l’invenzione del circuito integrato.

[4]  Laurene Powell Jobs – vedova ed erede di Steve Jobs

 


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