Siate affamati, siate folli - Stay hungry, stay foolish, di Steve Jobs
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Siate affamati. Siate folli – Stay hungry. Stay foolish, di Steve Jobs

Terza storia di Steve Jobs ai neolaureati di Stanford

Siate affamati. Siate folli (Stay hungry. Stay foolish) è la terza ed ultima delle tre storie raccontate da Steve Jobs (1955 – 2011) cofondatore del colosso tecnologico Apple nel celebre discorso, effettuato Il 12 Giugno 2005 ai giovani neolaureati dell’Università di Stanford in occasione della consegna dei diplomi di laurea.

In questo terza storia Jobs racconta un’altra vicenda riguardante sempre la sua vita.

Se però non hai ancora avuto modo di vedere la prima e la seconda delle tre storie di Steve Jobs, allora ti consiglio di cliccare qui di seguito:

  1. Unire i puntini
  2. L’amore e la perdita

Come già successo in occasione nella prima e seconda storia, Jobs suggerisce di seguire il cuore e credere nelle proprie intuizioni.

In questa sua terza storia, Jobs ci ricorda che dal momento che il nostro tempo è limitato, è necessario non sprecarlo, facendoci intrappolare dai quello che pensano gli altri.

Inoltre, raccomanda di avere il coraggio di seguire il nostro cuore e le nostre intuizioni. “Siate affamati, siate folli. Tutto il resto è secondario”.

Riporto qui di seguito la sua terza storia:

 

A proposito della morte

La mia terza storia è a proposito della morte. 

Quando avevo 17 anni lessi una citazione che suonava più o meno così: “Se vivrai ogni giorno come se fosse l’ultimo, sicuramente una volta avrai ragione”. Mi colpì molto e da allora, per gli ultimi 33 anni, mi sono guardato ogni mattina allo specchio chiedendomi: “Se oggi fosse l’ultimo giorno della mia vita, vorrei fare quello che sto per fare oggi?”. E ogni qualvolta la risposta è “no” per troppi giorni di fila, capisco che c’è qualcosa che deve essere cambiato.

Ricordarsi che morirò presto è il più importante strumento che io abbia mai incontrato per fare le grandi scelte della vita. Perché quasi tutte le cose – tutte le aspettative, tutto l’orgoglio, tutti i timori di essere imbarazzati o di fallire – semplicemente svaniscono di fronte all’idea della morte, lasciando solo quello che c’è di realmente importante.

Ricordarsi che dobbiamo morire è il modo migliore che io conosca per evitare di cadere nella trappola di chi pensa che avete qualcosa da perdere. Siete già nudi. Non c’è ragione per non seguire il vostro cuore.

Più o meno un anno fa mi è stato diagnosticato un cancro. Ho fatto la scansione alle sette e mezzo del mattino e questa ha mostrato chiaramente un tumore nel mio pancreas. Non sapevo neanche che cosa fosse un pancreas. I dottori mi dissero che si trattava di un cancro che era quasi sicuramente di tipo incurabile e che avrei avuto un’aspettativa di vita non superiore ai tre – sei mesi.

Il mio dottore mi consigliò di andare a casa e di mettere ordine nei miei affari, che è il loro codice per dirti di prepararti a morire.

Questo significa che devi provare a dire ai tuoi bambini ogni cosa che pensavi di dirgli nei prossimi dieci anni, in pochi mesi.

Questo significa essere sicuri che tutto sia stato organizzato in modo tale che per la tua famiglia sia il più semplice possibile. Questo significa prepararsi a dire i tuoi “addio”. Ho vissuto con il responso di quella diagnosi tutto il giorno. La sera tardi è arrivata la biopsia, cioè il risultato dell’analisi effettuata infilando un endoscopio giù per la mia gola, attraverso il mio stomaco sino all’intestino per inserire un ago nel mio pancreas e catturare poche cellule del mio tumore. Ero sotto anestesia ma mia moglie – che era là – mi ha detto che quando i medici hanno visto le cellule sotto il microscopio hanno cominciato a gridare, perché è saltato fuori che si trattava di un cancro al pancreas molto raro e curabile con un intervento chirurgico.

Ho fatto l’intervento chirurgico e adesso sto bene. Questa è stata la volta in cui sono andato più vicino alla morte e spero che sia anche la più vicina per qualche decennio. Essendoci passato attraverso posso parlarvi adesso con un po’ più di cognizione di causa di quando la morte era per me solo un concetto astratto e dirvi: Nessuno vuole morire.

 

Il vostro tempo è limitato

Anche le persone che vogliono andare in paradiso non vogliono morire per andarci. E nonostante tutto, la morte è la destinazione che tutti abbiamo in comune. Nessuno gli è mai sfuggito. Ed è così come deve essere, perché la Morte è con tutta probabilità la più grande invenzione della Vita. È l’agente di cambiamento della Vita. Spazza via il vecchio per far posto al nuovo. Adesso il nuovo siete voi, ma un giorno non troppo lontano diventerete gradualmente il vecchio e sarete spazzati via. Mi dispiace essere così drammatico ma è la pura verità.

Il vostro tempo è limitato, per cui non lo sprecate vivendo la vita di qualcun altro.

Non fatevi intrappolare dai dogmi, che vuol dire vivere seguendo i risultati del pensiero di altre persone. Non lasciate che il rumore delle opinioni altrui offuschi la vostra voce interiore.

E, cosa più importante di tutte, abbiate il coraggio di seguire il vostro cuore e la vostra intuizione. In qualche modo loro sanno che cosa volete realmente diventare. Tutto il resto è secondario.

 

The Whole Earth Catalog

Quando ero un ragazzo c’era una incredibile rivista che si chiamava The Whole Earth Catalog, praticamente una delle bibbie della mia generazione.

È stata creata da Stewart Brand non molto lontano da qui, a Menlo Park, e Stewart ci ha messo dentro tutto il suo tocco poetico. È stato alla fine degli anni Sessanta, prima dei personal computer e del desktop publishing[1], quando tutto era fatto con macchine da scrivere, forbici e foto polaroid[2]. È stata una specie di Google in formato cartaceo tascabile, 35 anni prima che ci fosse Google.

Era idealistica e sconvolgente, traboccante di concetti chiari e fantastiche nozioni.

Stewart e il suo gruppo pubblicarono vari numeri di The Whole Earth Catalog e quando arrivarono alla fine del loro percorso, pubblicarono il numero finale.

Era più o meno la metà degli anni Settanta e io avevo la vostra età. Nell’ultima pagina del numero finale c’era una fotografia di una strada di campagna di prima mattina, il tipo di strada dove potreste trovarvi a fare l’autostop se siete dei tipi abbastanza avventurosi. Sotto la foto c’erano le parole: “Stay Hungry. Stay Foolish.” (Siate affamati. Siate folli).

Era il loro messaggio di addio. Io me lo sono sempre augurato per me stesso. E adesso che vi laureate per cominciare una nuova vita, io auguro a voi: Siate affamati, siate folli.

Siate affamati, siate folli - Stay hungry, stay foolish, di Steve Jobs

 

Se non hai ancora avuto modo di accedere ai precedenti due discorsi fatti da Steve Jobs ai neolaureati dell’università di Stanford nel 2005, clicca qui di seguito:

Per chi non lo ancora fatto, consiglio di leggere l’articolo presente su questo blog dal titolo: Imparare da Steve Jobs

Se invece vuoi maggiori informazioni sulla vita di Steve Jobs e sulla storia della Apple, devi allora assolutamente leggere il libro autobiografia: Steve Jobs, scritto da Walter Isaacson.

 

[1]  Desktop publishing – Sistema che permette di pubblicare un libro con un personal computer ed una stampante laser.

[2]  Polaroid – Macchina fotografica che scatta e stampa istantaneamente le fotografie.


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