Il pescatore e il samurai
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Il pescatore e il samurai – antico racconto giapponese

Mai agire sotto l’effetto della rabbia

Un povero pescatore che aveva avuto distrutta la sua barca a causa di una tempesta, chiese ad un samurai un prestito con l’impegno di restituirglielo l’anno seguente.

Passato l’anno il samurai si presentò dal pescatore per chiedergli la restituzione del prestito.

“Grande samurai, sono molto dispiaciuto”, disse il pescatore, “Purtroppo è stata una pessima annata per la pesca e mi duole doverle dire che non posso ripagare il debito. La prego, mi conceda un altro anno e la ripagherò con gli interessi”.

Il samurai si arrabbiò moltissimo e mentre sguainava la spada disse al pescatore: “Non sopporto di essere preso in giro, questa offesa va lavata con il sangue”.

Il pescatore chinò la tesa e disse: “Grande samurai, la tua ira è giustificata, ma ti assicuro che non era mia intenzione mancarti di rispetto. Se vuoi uccidermi fallo pure, ma per favore aspetta che la tua ira si sia placata. Da giovane anche io ho studiato per un po’ arti marziali e ricordo bene l’insegnamento del mio maestro che ci ricordava sempre: mai colpire sotto l’effetto dell’ira”.

Il samurai lo guardò per un minuto, poi abbassò la spada e disse con calma: “Il tuo maestro è saggio. Anche io ho ricevuto lo stesso insegnamento, ma come vedi me ne stavo dimenticando. Ti darò un altro anno per ripagare il tuo debito, ma se mancherà anche un solo centesimo ti ucciderò all’istante”.

Tempo dopo il samurai partì per un viaggio lasciando a casa la moglie e la madre. Vi ritornò dopo una settimana ed in piena notte.

Data l’ora tarda per non svegliare la moglie entrò in camera da letto in silenzio, ma fu colpito dal trovare che sul letto vi erano due persone: sua moglie e un estraneo in abito da samurai.

In un impeto di gelosia e di rabbia, alzò la spada per colpirli ambedue, ma improvvisamente si ricordò delle parole del pescatore: “Mai colpire sotto l’effetto dell’ira”.

Il samurai si fermò, respirò profondamente e poi, con i piedi, fece un forte rumore. Immediatamente la moglie si svegliò, e così fece anche l’estraneo, che si scoprì essere sua madre.

Che significa tutto questo?”, urlò. “Stavo per uccidervi entrambe”.
Avevamo paura dei briganti”, spiegò la moglie “Così ho fatto indossare a tua madre il tuo vestito da samurai per tenerli lontani. Se i briganti fossero arrivati, certamente avrebbero creduto che tu fossi in casa e non avrebbero osato assalirci”.

Passato un anno, il pescatore si presentò al samurai. “È stato per me un ottimo anno per la pesca”, disse tutto contento, “Questi sono i soldi che le devo, con tanto di interessi”.

“Tieni pure i tuoi soldi”, replicò il samurai. “Mi hai già ripagato una notte di quasi un anno fa”.

 

Morale del racconto

Questo racconto (riportato con adatt.) è relativo ad una antica favola giapponese citata da William Ury nel suo libro: “Il no positivo. Come negoziare un accordo senza rinunciare ai propri obiettivi”.

Il racconto ci invita a non agire mai di impeto, sotto l’effetto di emozioni negative, ma bensì a ragionare.

 

Se sei interessato alla morale, ovvero l’insegnamento che puoi trarre dai racconti e dalle favole, vai alla categoria: Racconti e Favole Formative. Ne troverai moltissime.

 


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