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Il ragazzo che rubava e sua madre – Esopo favole

I difetti che non si correggono dall’inizio, col passar del tempo, crescono sempre di più

Un ragazzo rubò a scuola le tavolette (si tratta delle tavolette di legno che spalmate di cera servivano anticamente per scrivere, come fossero piccole lavagne) del suo compagno di classe e le portò a casa a sua madre, la quale non solo non lo punì, ma anzi approvò il gesto.

La volta successiva, egli rubò un mantello e glielo portò, ottenendo da lei lodi anche maggiori.

Col passar del tempo, divenuto ormai un giovane, egli, forte degli elogi della madre, si diede a rubare oggetti di maggior valore.

Ma un giorno fu colto sul fatto: lo ammanettarono e lo condussero alla pena di morte.

Poiché la madre lo seguiva battendosi il petto, egli disse che voleva parlarle all’orecchio, e, quando l’ebbe vicina, le afferrò un lobo dell’orecchio e glielo strappò con un morso.

Essa cominciò a rimproverarlo per la sua cattiveria, dal momento che non contento dei crimini commessi, ora aveva mutilato anche sua madre!

Ma il figlio ribatté: «Non sarei arrivato al punto d’esser condotto al patibolo, se tu mi avessi picchiato quando per la prima volta ti portai a casa le tavolette rubate!».

 

Morale della favola

Esopo con questa favola ci vuol far presente che un brutto comportamento che non si reprime dal principio si aggrava sempre di più.

 

Se sei interessato alla morale, ovvero l’insegnamento che puoi trarre dai racconti e dalle favole, vai alla categoria: Racconti e Favole Formative. Di favole di Esopo e non solo, ne troverai moltissime.

 


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