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L’uccello dalle piume di mille colori – racconto arabo

Più è grande la bugia, più è probabile che venga creduta

Un giorno un uomo catturò un piccolo uccello dalle piume tutte colorate.

Felice di aver catturato un uccello così bello, decise di metterlo in gabbia, affinché lo rallegrasse con il suo canto.

«Che cosa vuoi da me?» gli chiese l’uccello. «Guarda il mio corpo esile, le mie zampette sottili e la mia piccola testa. Non sono che un vecchio uccello con le corde vocali ormai logore. Non potrai ottenere niente da me. Piuttosto restituiscimi la libertà ed io in cambio ti svelerò tre verità che ti saranno molto utili. Ti dirò la prima, mentre sarò al chiuso nella tua mano, la seconda quando sarò al sicuro su un albero e la terza dopo che avrò raggiunto la cima della collina».

«Accetto la proposta» rispose l’uomo.

E l’uccello iniziò a svelare la prima verità: «Non rimpiangere mai ciò che è perduto».

Desideroso di saperne di più, l’uomo aprì la mano e liberò l’uccello, che andò a rifugiarsi sul ramo più alto di un albero.

A quel punto rivelò la seconda verità: «Se qualcuno ti racconta un fatto incredibile, non prestargli fede prima di aver controllato che sia vero».

L’uccello abbandonò il ramo e raggiunse la cima della collina.

«Stupido uomo» riprese l’uccello «Sappi che io porto con me un enorme gioiello che pesa più di trecento grammi. Ora sarebbe tuo se, invece di lasciarmi libero, mi avessi ucciso».

Sbalordito da questa rivelazione, l’uomo prima rimase in silenzio, poi iniziò a lamentarsi dicendosi: «Ecco, lo sapevo che nascondeva qualcosa. Ho sbagliato a liberarlo!».

Poi realizzando che non c’era più niente da fare, si rivolse all’uccello, chiedendogli: «Ti supplico, almeno rilevami la terza verità!».

«Non hai neanche un briciolo di intelligenza!» rispose l’uccello.

«Hai già dimenticato quello che ti ho appena detto? A che cosa serve rivelarti la terza verità dal momento che non hai ascoltato le prime due? Ti ho detto di non rimpiangere mai ciò che è perduto e di non prestare fede a ciò che sembra incredibile. Ecco che subito tu ti sei afflitto per una cosa perduta e credi alla più grande delle assurdità. Il mio peso non supera i trenta grammi: come potrei portare su di me un gioiello che ne pesa più di trecento? Sei proprio uno stupido!».

Poi il piccolo uccello lasciò la cima della collina e scomparve all’orizzonte, lasciando l’uomo a meditare sulle sue parole.

 

Morale del racconto

Questo racconto di origine araba vuole farci ragionare sul fatto che non bisogna credere a tutto quello che ci dicono.

 

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