Un giorno un contadino andò a rubare dei cetrioli all’ortolano.
“Riempio il sacco di cetrioli” pensava, avvicinandosi piano piano “Li vendo e con i soldi compro una gallina.
La gallina fa le uova, le cova e nascono i pulcini.
Io li tiro su, li vendo e compro un maiale. Anzi una scrofa, che figlia e mi fa una schiera di porcellini.
Vendo i porcellini e compro una cavalla, che figlia anche lei e mi fa i puledri.
Li tiro su, li vendo, compro una casa, faccio l’orto e pianto i cetrioli.
Ma ci sto attento, io, a me non li rubano. Anche perché metto qualcuno a sorvegliarli. E ogni tanto mi nascondo e strillo agli altri di aguzzare un po’ gli occhi”.
Il contadino era talmente preso dai suoi pensieri, che scordò d’essere a rubare dall’ortolano e gridò quelle ultime parole a squarciagola.
I guardiani lo sentirono, lo presero e lo bastonarono per bene.
Morale della favola
Questa favola di Tolstoj ci invita a non fare affidamento su qualcosa che ancora non è nella nostra disponibilità.
Essa, inoltre, ci induce alla prudenza specialmente sui progetti di non facile realizzazione.
In pratica come dice un famoso proverbio, che a sua volta prende spunto da una favola di Jean de la Fontaine: “Non vendere la pelle dell’orso prima di averlo ucciso”.
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