Si racconta che una volpe, per prima, avesse invitato a cena una cicogna e le avesse offerto del brodo in un piatto piano con dei bordi molto bassi.
Naturalmente la cicogna, per via delle caratteristiche del suo becco allungato, per quanto fosse molto affamata, non riuscì assolutamente a gustarselo, perché quel piatto dai bordi così bassi non le permetteva di berlo.
La cicogna, sul momento, non si lamentò del trattamento ricevuto e qualche giorno dopo, ricambiò l’invito a cena nei confronti della volpe.
In quell’occasione la cicogna inserì del cibo sminuzzato in una bottiglia e lo servì a tavola. Poi comodamente vi infilò tranquillamente il suo becco e si saziò, mentre la volpe rimase lì a contorcersi dalla fame.
E mentre la volpe tentava di saziarsi leccando invano il collo della bottiglia, la cicogna si rivolse a lei con queste parole: «Ognuno di noi deve sopportare con animo sereno l’esempio che lui stesso ha dato per primo e aspettarsi la rivincita da colui che un tempo ha burlato».
Morale della favola
Chi la fa, l’aspetti. Con questa favola, Fedro ci dice che nella vita non dobbiamo mai fare un torto agli altri, se non vogliamo che lo stesso torto sia fatto anche a noi.
Inoltre Fedro in questa favola, oltre a invitarci a non far del male a nessuno: ci rammenta che se qualcuno ci offende, è buona regola pareggiare il conto.
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