Quando sei in un grave pericolo, quando stai affrontando una crisi, un amico non viene a dirti: “dammi questo, dammi quest’altro”. Non viene a esigere un suo diritto. Non viene ad autoelogiarsi, non viene a chiederti una carica. Non ti pone condizioni, non intriga contro di te per avere dei vantaggi, non ti fa dei ricatti.
Nel momento in cui affronti una crisi e sei in pericolo, un vero amico ti domanda solo di che cosa hai bisogno, come può esserti utile, cosa può fare per te. Cerca di capire il tuo problema per trovare la soluzione migliore. Migliore dal tuo punto di vista, non dal suo.
Le situazioni di crisi sono come un filtro, un setaccio dell’amicizia. Esse aiutano a distinguere, senza ombra di dubbio, i veri amici da tutti quelli che non lo sono, anche se hai con loro relazioni amichevoli, buoni rapporti o che sono semplici colleghi, conoscenti, persone simpatiche, e, infine, ipocriti e invidiosi che fingono di volerti bene.
Perché nelle situazioni di crisi, di pericolo, sei indebolito, fragile, incerto, hai assolutamente bisogno di persone a cui confidarti, su cui fare affidamento. Di persone che intervengano quando tu non puoi farlo, che ti difendano nei punti in cui sei più debole, che non scompaiano nel momento cruciale.
Ricordate il film “Braveheart” con Mel Gibson? Nella battaglia contro il re d’Inghilterra, Wallace fa avanzare la fanteria contando sull’appoggio della cavalleria dei nobili scozzesi. Ma costoro non intervengono e la battaglia è persa.
L’amicizia è un sentimento morale. Fa la sua comparsa molto presto, già verso i sei anni, e si distingue subito nettamente dall’amore e dall’innamoramento. Come noi adulti, anche il bambino si innamora di qualcuno prima di sapere se verrà ricambiato. L’amore è, fin dall’inizio, scommessa, rischio.
L’amicizia invece è fondata su prove reali che consentono di avere fiducia. Il bambino racconta all’amico o all’amica del cuore cose che non direbbe mai al papà o alla mamma. Per esempio, che è innamorato, oppure che è infelice in casa. Perché l’amico sa tenere il segreto, e lo aiuta anche se tutti sono contro di lui.
La più grave catastrofe dell’amicizia è il tradimento. Accorgerti che la persona su cui contavi ciecamente ha mentito, che ti ha accusato ingiustamente. Non c’è trauma maggiore nell’infanzia, salvo la morte della madre.
L’amicizia è tollerante e leggera, ma moralmente esigente. Mentre possiamo restare innamorati di uno che ci mente, che ci tratta male, che si comporta con noi ingiustamente, possiamo essere amici solo di chi ci tratta bene.
Se l’amico ci inganna o ci abbandona nel momento del bisogno, l’amicizia si spezza e non si riaggiusta più. Possiamo perdonare, ma è finita.
Alcune persone non hanno amici. Stabiliscono solo relazioni con coloro da cui ricavano un vantaggio, pronti a sbarazzarsene quando non servono più. Nei loro riguardi usano tutte le arti della seduzione, si mostrano cordiali, simpatici, proclamano ogni giorno la loro amicizia. Per scoprirli bisogna osservare come si sono comportati con i loro amici precedenti.
Trovate questi tipi di personaggi nella politica, o dove è in gioco molto denaro, dove l’alleato di oggi può tradirvi il giorno dopo.
Eppure, anche costoro, di solito, hanno bisogno di qualcuno con cui confidarsi, con cui elaborare i loro piani. Poiché non può essere un amico, sarà un fratello, una moglie, nel segreto delle pareti domestiche.
TRATTO (CON ADATT. E RIDUZ.) DA FRANCESCO ALBERONI, LA SPERANZA, RIZZOLI, 2002
A proposito di amicizia, leggi anche l’articolo: Attenzione agli “Amici del prosciutto”.