In tutte le opere filosofiche di Lucio Anneo Seneca (4 a.C. – 65 d.C.) è quasi sempre presente il senso del tempo che fugge e la precarietà delle cose umane.
In particolare, l’intera prima lettera a Lucilio è un piccolo saggio sull’utilizzo del tempo, in cui afferma quattro capisaldi della sua filosofia, ovvero che:
- occorre salvaguardare il tempo che ci viene sottratto in vari modi
- è necessario valutare il presente per non essere dipendenti dal futuro,
- il tempo è l’unico nostro bene e quindi va difeso e custodito,
- come fosse denaro, il tempo va sempre controllato.
Quanto segue è tratto (con adatt.) dalla prima lettera della sua opera: Lettere morali a Lucilio.
Fa’ così, caro Lucilio, renditi veramente padrone di te stesso e custodisci con cura quel tempo che finora ti era stato sottratto, oppure portato via, o ti sfuggiva.
Convinciti che le cose stanno così come ti scrivo:
- una parte del nostro tempo ci viene portata via,
- alcune ore ci vengono sottratte da vane preoccupazioni,
- altre parti del nostro tempo ci scappano quasi di mano.
Ma la perdita di tempo più vergognosa è quella che avviene per la nostra trascuratezza.
Se poi ci pensi bene, ti accorgerai che le persone sprecano:
- una gran parte della vita facendo del male,
- la maggior parte nel non fare nulla,
- la vita intera facendo altro rispetto a quello che dovremmo.
Puoi indicarmi qualcuno che dia un giusto prezzo al suo tempo e alla sua giornata, e che si renda conto com’egli muoia giorno per giorno?
Ed ecco il nostro errore: vediamo la morte davanti a noi come un avvenimento futuro, e invece gran parte di essa è già passata, perché tutto il tempo che abbiamo dietro alle nostre spalle lo possiede la morte.
Dunque, caro Lucilio, fa’ tesoro di tutto il tempo che hai. Tieni stretta ogni ora. In questo modo potrai dipendere meno dal futuro, se ti sarai reso padrone del presente.
Mentre rinviamo i nostri impegni al futuro, la vita passa.
Tutto, o Lucilio, dipende dagli altri. Solo il tempo è nostro. Abbiamo avuto dalla natura il possesso di questo solo bene, fuggevole e temporaneo: chiunque può privarcene.
E l’uomo è tanto sciocco che accetta di farsi mettere in conto, oggetti senza nessuna importanza e di nessun valore, ed in ogni caso sostituibili con altri, mentre nessuno che abbia causato perdita di tempo agli altri, pensa di essere debitore di qualcosa per aver ricevuto il tempo; eppure, questo è l’unico bene che neanche chi è riconoscente può restituire.
Mi domanderai probabilmente come mi comporto io che ti do questi consigli.
Te lo dirò francamente: faccio come chi è spendaccione, ma preciso: tengo i conti delle spese.
Non posso dire di non sprecare, ma sono in grado di dire quanto tempo, perché e come lo perdo; ti potrei spiegare i motivi della mia povertà.
Capita anche a me, come alla maggior parte delle persone caduta in miseria non per colpa loro: tutti li compatiscono, ma nessuno viene loro in aiuto. E allora? Per me non è povero del tutto colui che, per quanto poco abbia, se lo faccia bastare.
Ma tu, custodisci gelosamente tutto quello che possiedi, e avrai cominciato a buon punto. Perché come ci ammoniscono i nostri antenati: “E’ troppo tardi per risparmiare il vino, quando si è giunti al fondo”. Perché nel fondo resta non solo la parte più scarsa, ma anche la peggiore. Addio.
Per maggiori informazioni su Seneca, leggi anche: Lucio Anneo Seneca – uno scrittore straordinario