Hai due minuti per pensare ai nomi dei tuoi amici più cari in ordine di preferenza.
Forse ci avrai messo anche meno, sicuramente adesso avrai la sensazione di aver dimenticato qualcuno! Partiamo da qui.
Chi ha messo al primo posto? Probabilmente avrai messo la persona con cui attualmente stai più insieme più frequentemente. Ciascuno di noi ha modalità diverse di stringere e mantenere rapporti di amicizia. Anche se apparentemente piò sembrare una tendenza assolutamente naturale, in realtà vivere le relazioni di amicizia richiede impegno ed esperienza.
Sin dall’infanzia, l’amico e l’amica sono persone di riferimento importanti per sperimentare le prime situazioni di autonomia personale.
Nell’adolescenza questa autonomia esplode. Si apre la possibilità di stare lontano da casa per parecchie ore e soprattutto di poter decidere che cosa fare del proprio tempo libero.
Gli amici sono i compagni di viaggio della vita, i punti di riferimento a cui appoggiarsi per andare avanti. Se ci guardiamo intorno e osserviamo le persone che ci circondano, ci accorgiamo che gli amici hanno personalità e caratteri molto diversi. C’è chi ama inventare storie grandiose, ovviamente non vere, mentre altri fanno fatica a parlare. C’è chi fa ridere e chi sa far ragionare, chi propone di cimentarsi sempre in nuove avventure. Chi è timido, che è generoso e chi anima discutere animatamente.
Anche tu che leggi, avrai modi particolari di metterti in relazione con gli altri e, sulla base delle reazioni che gli altri ti restituiscono, valuterai più o meno positivamente la tua capacità di stare in compagnia.
Gli amici veri hanno la capacità di farti sentire vivo, di darti il “carburante” per muoverti nel mondo e correre la tua corsa.
Gli amici veri, quelli particolarmente intimi, a cui racconti tutto e con cui non ti stancheresti mai di stare, non sono molti. Magari in alcuni momenti sperimenti la sensazione di averne un numero infinito, di essere amico di tutti, ma se poi analizzi con un po’ più di attenzione i tuoi rapporti, ti accorgerai che quelli veramente solidi sono pochi.
Realizzare questa vicinanza intima con qualcuno richiede tempo e tante energie, ma poi spalanca una serie di potenzialità che ti fanno sentire l’entusiasmo di vivere.
La selezione dell’amico o dell’amica del cuore avviene naturalmente, ci sono processi in parte a noi misteriosi per cui ci sentiamo più attratti da qualcuno piuttosto che da altri. Questo fatto trae origine dalla nostra storia, dagli occhiali che indossiamo per guardare il mondo.
I nostri desideri e i nostri bisogni ci guidano orientandoci nelle relazioni con gli altri.
Un rapporto di amicizia solido rappresenta un’occasione importantissima per diventare adulti un po’ migliori. Sicuramente intorno a te vedrai ragazzi e ragazze ribelli a qualsiasi regola, sempre in fuga e inquieti, assolutamente incapaci di rapportarsi con gli adulti che li circondano. Anche per loro l’amicizia con i coetanei è spesso l’unica ancora di salvezza, l’unica prospettiva considerata non minacciosa nella quale abbandonarsi e trovare un minimo di conforto.
Gli amici sono quindi fonte indispensabile di benessere e di affetto e ci accompagnano nei tentativi, anche maldestri, che facciamo per esprimerci e progressivamente dire al mondo quello che siamo. È un po’ come stare in palestra: quello che mettiamo in gioco con gli amici nel tentativo di accordare i nostri pensieri con i loro, allena i nostri “muscoli” sociali, la nostra capacità di sostenere un conflitto, di esprimere il nostro parere, di chiedere aiuto, di provare a risolvere i problemi.
Chi ha un amico del cuore capisce bene queste parole e sicuramente potrebbe scriverne molte altre. Tutti siamo nella condizione di fare questa esperienza, basta volerlo e soprattutto metterci un po’ di impegno.
Come insegna la volpe al piccolo principe nel “L’essenziale è invisibile agli occhi, cap. XXI del piccolo principe” gli amici vanno addomesticati, ci vogliono tempo e pazienza per costruire legami che ci facciano sentire nel profondo del cuore la bellezza di avere vicino qualcuno che ci conosce e soprattutto ci accetta così come siamo.
Tratto (con adatt. e riduzioni) da A. Pellai, B. Tamburini, L’adolescenza. Le sfide del diventare grande, McGraw-Hill