Un giorno un topo di città andò a trovare il cugino di campagna.
Questo cugino era di modi molto semplici, ma voleva molto bene al cugino di città e gli diede un cordiale benvenuto.
Lardo e fagioli, pane e formaggio erano tutto ciò che poteva offrirgli, ma glieli offrì volentieri.
Il topo di città storse il naso e disse:
“Non riesco a capire, caro cugino, come tu possa tirare innanzi con un cibo così misero, ma certo in campagna non ci si può aspettare di meglio. Vieni con me, ed io ti farò vedere come si vive. Quando avrai trascorso una settimana in città, ti sorprenderai di aver potuto sopportare la vita di campagna!”
E così, i due topi si misero in cammino e arrivarono all’abitazione del topo di città a notte fonda.
“Desideri un rinfresco, dopo un viaggio così lungo?” domandò il topo di città, e condusse il cugino nella grande sala da pranzo.
Qui trovarono i resti di un ricco banchetto e si misero subito a divorare dolci, marmellata e tutto quello che c’era di buono.
Ad un tratto udirono dei cani che abbaiavano.
“Che cos’è questo rumore?” chiese il topo di campagna.
“Oh, sono soltanto i cani di casa” rispose l’altro.
“Soltanto!” esclamò il topo di campagna. “Non amo questa musica, durante i pasti”.
In quell’istante si spalancò la porta ed entrarono due enormi cani: i due topi ebbero appena il tempo di saltar giù e di correre fuori.
“Addio cugino” disse il topo di campagna.
“Come! Te ne vai così presto?”, chiese l’altro.
“Sì”, rispose il topo di campagna “Meglio lardo e fagioli in pace che dolci e marmellata nella paura e nell’angoscia”.
Morale della favola
Questa favola di Esopo ci insegna che talvolta la vita degli altri ci sembra migliore e più fortunata della nostra, ma non è sempre così. Molte volte è meglio vivere in santa pace una vita più tranquilla che vivere nel lusso sempre tra mille paure.
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