Una volpe, per distrazione, era caduta in un pozzo e non sapeva come uscirne fuori.
Passò da quelle parti un caprone assetato che, vedendo la volpe sul fondo del pozzo, le domandò: «È fresca e buona l’acqua da bere?»
La volpe gli rispose di scendere anche lui: l’acqua sul fondo del pozzo era la più buona che avesse mai bevuto.
E il caprone, senza pensarci, si buttò giù nel pozzo.
Dopo che si fu dissetato, il caprone chiese alla volpe: «E adesso, come usciremo di qui? Non preoccuparti, io mi arrampicherò su di te e raggiungerò il bordo, poi ti aiuterò a issarti su».
La volpe si arrampicò quindi sul caprone e, con un salto, riuscì a tirarsi fuori: era riuscita ad ingannarlo.
Poi, se ne andò per la sua strada, deridendo l’animale con queste parole: «Io vado di fretta e non posso tirarti fuori, ma non preoccuparti: prima o poi, passerà qualcun altro così sciocco da buttarsi nel pozzo, proprio come te».
Morale della favola
Questa favola di Fedro vuole farci capire che i furbi, quando si trovano nei guai, tentano sempre di uscirne a spese degli altri.
Una favole simile era già stata scritta da Esopo, dal titolo: La volpe e il becco.
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