Nella vita vi possono essere situazioni in cui, senza rendercene conto, il maggior ostacolo al raggiungimento dei nostri obiettivi o alla soluzione di un problema siamo proprio noi.
È possibile infatti che le nostre ambizioni o il nostro desiderio di metterci alla prova siano frenate da due ostacoli mentali: la paura ed i dubbi.
Presenti sia in ambito familiare sia in quello lavorativo, la paura ed i dubbi ci rendono contrari a qualsiasi novità o modifica del nostro stile di vita. Le persone tendono a rimanere nella loro attuale situazione, perché si sentono sicure e protette.
Ogni cambiamento infatti porta con sé la paura di perdere una parte di noi alla quale bene o male siamo legati.
Le paure possono essere quelle di cambiare, di fallire, di non essere adeguati o di perdere denaro. I dubbi invece riguardano principalmente le nostre capacità di affrontare e gestire i problemi.
Sebbene una piccola dose di dubbio sia positiva, in quanto ci induce al ragionamento, a volte si esagera con complessi di inadeguatezza più o meno profondi che hanno origine non tanto dai fatti realmente accaduti ma dalle nostre conclusioni riguardo tali fatti. In poche parole, noi agiamo come il genere di persona che crediamo di essere, pertanto colui che vede se stesso come un tipo destinato a fallire, in un modo o nell’altro fallisce. Chi si considera vittima di un’ingiustizia o nato per soffrire troverà invariabilmente qualsiasi pretesto per convalidare queste opinioni.
Avere una bassa opinione di noi stessi quindi è una cosa sbagliata. Non è la coscienza di una reale inferiorità di capacità o di conoscenza che ci porta ad un complesso di inferiorità e che interferisce con la nostra vita ma è il sentimento di inferiorità che nasce in noi dal fatto che, a volte, giudichiamo e misuriamo noi stessi non sulla nostra scala di valori ma su quella che riteniamo che qualcun altro potrebbe pensare di noi, a prescindere dalla correttezza del giudizio.
Dobbiamo anche capire che la dimensione di una qualsiasi questione o problema non dipende dal problema stesso ma da quanto noi valutiamo noi stessi. Tutti noi possiamo sbagliare. È però quello che facciamo dopo, che fa la differenza, pertanto, la persona coraggiosa non è chi non ha paura ma colei che nonostante tutto agisce.
Attraverso l’individuazione e la valorizzazione dei nostri punti forti, la comprensione ed il miglioramento dei nostri punti deboli, dobbiamo perciò arrivare a costruire la giusta stima in noi stessi. Un individuo con una certa dose di fiducia in se stesso non si sentirà mai minacciato dalle minime osservazioni o dalle piccole contrarietà: le ignorerà semplicemente, senza dar loro la minima importanza.
Il segreto quindi sta oltre che saper gestire le paure e i dubbi, nell’imparare a sopportare le delusioni senza esserne sconvolti, evitare il conformismo e quel senso di voler cercare assolutamente l’approvazione degli altri.
“Un giorno la paura bussò alla porta, il coraggio andò ad aprire e non vi trovò nessuno” [1].
Durante tutto il percorso della nostra vita avremmo a che fare con problemi e sfide. Più saranno impegnative più ostacoli troveremo e maggiore sarà la fiducia necessaria in noi stessi per superarli.
La consapevolezza di ciò che siamo e ciò che non siamo è quindi la chiave per avere la fiducia necessaria per raggiungere i nostri obbiettivi.
“Conosci te stesso” era una delle massime religiose della Grecia antica, scritte all’ingresso del tempio del dio Apollo a Delfi. [2].
Il filoso greco Socrate (469 – 399 a.C) ne fece una delle sue massime preferite, interpretandola come un invito a scoprire quello che si è e che cosa fare per vivere nel modo migliore.
Per Socrate[3]: “La conoscenza di sé è l’inizio della saggezza e colui che conosce bene se stesso, sa far bene i propri calcoli e sceglie in ogni caso la cosa migliore”.
In pratica; conosci per prima cosa te stesso, come sei fatto e poi cerca di realizzarti in un’attività conforme alla tua natura.
Di conseguenza prima di iniziare a negoziare con gli altri per la realizzazione di un qualsiasi nostro progetto è necessario esserci chiariti con noi stessi, sui nostri obiettivi primari e su cosa realmente desideriamo dalla vita.
Potremmo considerare questa necessità di chiarimento interno come una specie di negoziazione con noi stessi che ci permetterà di comprendere sia i nostri limiti sia i nostri punti forza, la cui consapevolezza è necessaria per confrontarci con gli altri e gestire le situazioni negoziali in modo ottimale.
Se vuoi approfondire l’argomento sulle trappole psicologiche che condizionano le nostre percezioni, dopo aver letto l’articolo su: Bias e euristiche – le trappole della negoziazione, consulta anche gli altri articoli presenti in questo blog, riguardanti:
[1] La frase è dello scrittore tedesco Johann Wolfgang von Goethe (1749 – 1832 d.C), ma è diventata famosa per essere stata pronunciata da Martin Luther King (1929 – 1968 d.C) pastore protestante americano e leader dei diritti civili.
[2] Il tempio del Dio Apollo a Delfi è stato il più importante santuario del mondo antico greco a partire dal VIII secolo a.C., considerato a quei tempi l’ombelico del mondo. Le persone giungevano da ogni angolo della Grecia per consultare l’oracolo che si pensasse portasse la parola del Dio Apollo. Sopravvissuto a guerre, incedi e saccheggi il tempio funzionò ancora fino al II sec. d.C. periodo in cui con l’affermarsi del cristianesimo, l’imperatore bizantino Teodosio ne decise la chiusura nel 394 d.C. Sebbene le sue vicende fossero riportate in tutte le opere degli scrittori greci, per molti secoli Delfi venne dimenticata, persino nella sua ubicazione. Solo nel 1436 Ciriaco d’Ancona, considerato oggi il fondatore dell’archeologia moderna, la ritrovò.
[3] Socrate sembra che non abbia scritto nulla nel corso della sua vita. Le uniche fonti dirette che si hanno sono le testimonianze dei suoi allievi Senofonte e Platone ed alcune testimonianze indirette di Aristotele (allievo di Platone).