Sofocle (496 – 406 a.C.) è uno dei maggiori poeti tragici della Grecia antica, ricordato per il suo immenso contributo al teatro e alla cultura occidentale. La sua vita e le sue opere riflettono la grandezza e i contrasti dell’Atene del V secolo a.C., un periodo di straordinaria fioritura culturale ma anche di profonde crisi politiche e sociali.
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Gli inizi: un giovane di talento
Sofocle nacque intorno al 496 a.C. a Colono, un sobborgo di Atene. Proveniva da una famiglia benestante: il padre, un facoltoso armaiolo, gli garantì una formazione eccellente in ambito sportivo, musicale e letterario. Le fonti antiche lo descrivono come un uomo di bell’aspetto e di talento artistico precoce. Secondo la leggenda, a quindici anni guidò il coro nelle celebrazioni ufficiali per la vittoria greca nella battaglia di Salamina (480 a.C.), segnando simbolicamente l’inizio della sua futura grandezza.
La carriera teatrale
L’esordio teatrale di Sofocle avvenne nel 468 a.C., quando vinse il suo primo agone drammatico battendo il più anziano e celebre Eschilo. Questo evento segnò l’inizio di una straordinaria carriera che lo vide trionfare in numerose competizioni tragiche, ottenendo almeno venti vittorie ufficiali. Compose circa 130 drammi, ma solo sette tragedie complete sono giunte fino a noi:
- Aiace (tra il 450 e il 440 a.C.)
- Antigone (442 a.C.)
- Trachinie (tra il 438 e il 429 a.C.)
- Edipo re (La data è incerta. Alcuni storici dicono tra il 429 e il 425 a.C. Per altri sarebbe stata scritta più tardi)
- Elettra (La data è incerta. Si presuppone tra il 418 e il 409 a.C.)
- Filottete (409 a.C.)
- Edipo a Colono (406 a.C., rappresentata postuma nel 401 a.C.)
Un innovatore del teatro
Nella produzione letteraria di Sofocle, l’azione si concentra spesso intorno a un unico, grande personaggio, un eroe che affronta la sorte avversa con inflessibile coerenza morale. Tutti gli elementi dell’opera – in particolare i dialoghi – si integrano in modo armonico per creare una struttura drammatica coerente e avvincente. Tra le sue tragedie, Edipo re è considerata il capolavoro assoluto, un esempio perfetto di come la tragedia possa esplorare le profonde questioni dell’esistenza umana.
Una vita pubblica e privata
Oltre alla sua attività letteraria, Sofocle partecipò attivamente alla vita politica di Atene, ricoprendo cariche pubbliche di rilievo. Visse durante l’età d’oro dell’egemonia ateniese, dopo le guerre persiane, e assistette ai drammi della guerra del Peloponneso. Le fonti lo descrivono come un uomo di grande saggezza e bontà, ammirato sia per il suo talento artistico che per la sua personalità amabile.
Un famoso aneddoto racconta che, ormai vecchio, interrogato sulle sue relazioni amorose, avrebbe risposto: “Sia lode alla vecchiaia che mi ha liberato da un padrone selvaggio”. Questo episodio illustra il carattere riflessivo e sereno di Sofocle, capace di accogliere con saggezza il passare del tempo.
La morte e l’eredità
Sofocle morì a novant’anni, nel 406 a.C., poco prima del crollo finale della potenza ateniese. Dopo la sua morte, Atene gli tributò onori straordinari, elevandolo al rango di eroe cittadino. Le sue opere e il suo pensiero continuano a essere oggetto di studio e ammirazione, testimonianza di una genialità che ha saputo trascendere i secoli.
Le tragedie di Sofocle rappresentano un vertice insuperato della letteratura greca, un patrimonio di saggezza e bellezza che continua a ispirare lettori, spettatori e studiosi di tutto il mondo. Il suo teatro, con i suoi eroi immortali e le sue riflessioni universali, rimane una delle più grandi conquiste dello spirito umano.
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