La fiaba è un racconto di fantasia, che narra fatti impossibili e immaginari nei quali i personaggi possono essere sia persone umane (uomini, donne, bambini) sia esseri fantastici (orchi, streghe, fate, maghi, folletti, draghi), spesso dotati di poteri straordinari.
Indice dei contenuti
Origini della fiaba
Le fiabe hanno origini antichissime e per lunghi secoli sono state tramandate a voce, di generazione in generazione.
Esse hanno un’origine popolare: descrivono la vita delle persone, le loro credenze e le loro paure.
In passato non erano considerate, come oggi, solamente racconti per bambini. Le fiabe intrattenevano anche gli adulti ed avevano grande importanza per la vita della comunità, perché attraverso il loro racconto, trasmettevano un insegnamento sia sulla vita sia sulla continua lotta tra il bene e il male, dove il bene trionfa e la cattiveria viene sempre punita.
I narratori, di volta in volta che le fiabe venivano raccontate, introducevano elementi nuovi e questo ha fatto sì che della stessa storia prendessero forma versioni differenti.
Inoltre, grazie ai viaggi, migrazioni, contatti tra civiltà diverse, i racconti di un popolo si sono intrecciati con quelli di altri popoli, tanto che oggi è possibile rintracciare somiglianze significative in fiabe provenienti da luoghi molto distanti fra loro.
I personaggi delle fiabe
I personaggi della fiaba possono essere sia persone umane, che possono esistere anche nella realtà, sia esseri fantastici (come streghe, fate, maghi).
Ogni personaggio, inoltre ricopre un ruolo preciso. Eccone i principali:
- il protagonista (o eroe) – è il personaggio principale della fiaba, colui che deve affrontare una serie di prove e superarle prima di giungere, al suo oggetto del desiderio o alla vittoria finale;
- l’antagonista – è il cattivo della storia che mette in difficoltà ed ostacola in ogni modo il protagonista, ricorrendo a travestimenti, tranelli e atti magici;
- l’aiutante – è un personaggio spesso fantastico che indica al protagonista (o eroe) come superare le prove o le difficoltà;
- Il donatore – è un aiutante particolare dell’eroe che fornisce al protagonista dei mezzi magici che gli permettono di affrontare con successo le prove più difficili;
- La persona cercata – può essere la principessa, rapita o vittima di un incantesimo. Nelle fiabe è uno dei più frequenti oggetto del desiderio dell’eroe, uno dei motivi per la partenza dell’eroe;
- Il mandante – è colui che assegna all’eroe il compito di partire e di iniziare una ricerca;
- Il falso eroe – è colui che assume le sembianze o il ruolo dell’eroe per ottenere dei benefici, ma alla fine viene sempre mascherato.
Oltre ai personaggi principali, che hai appena visto, le fiabe contengono anche altri personaggi caratteristici, come ad esempio:
- La vecchietta. È un personaggio presente in molte fiabe. Solitamente è buona e assume il ruolo di aiutante dell’eroe protagonista, donandogli oggetti magici, rivelandogli preziosi consigli, segreti o formule magiche. A volte, si tratta di una fata travestita da vecchia povera e malvestita. Sotto queste spoglie, però, può anche celarsi una strega malvagia;
- Gli Orchi. In genere sono personaggi giganteschi dall’aspetto terrificante: testa grossa, bocca enorme, barba e capigliatura arruffata. Sono voraci di carne umana.
I personaggi delle fiabe sono comunque tutti descritti in modo generico; essi non vengono mai descritti in modo minuzioso dal punto di vista fisico e psicologico in quanto la vicenda narrata è basata sull’azione e non sulla descrizione.
Talvolta non hanno neanche un nome proprio, ma vengono identificati come un re, una regina, un principe, una principessa, un giovane, una vecchia, un contadino.
I personaggi delle fiabe, infine, ricoprono sempre ruoli fissi hanno caratteristiche ben definite e ricorrenti: al protagonista sono attribuite quasi sempre qualità positive (la fanciulla buona, il giovane coraggioso), mentre all’antagonista qualità negative (la matrigna cattiva, l’orco famelico).
La struttura della fiaba
Le trame delle fiabe sono più complesse e articolate di quelle delle favole, sia per il numero dei personaggi sia per la vicenda stessa. L’intreccio della fiaba, infatti, è ricco di avvenimenti straordinari caratterizzati da elementi magici e fantastici.
In ogni fiaba gli eventi si sviluppano secondo una struttura fissa:
- Situazione iniziale – da cui prende avvio la vicenda. Vengono presentati i personaggi principali, il luogo e il tempo. Normalmente nelle fiabe la storia si svolge sempre in un’epoca lontana e indefinita e i luoghi non hanno una collocazione geografica precisa, ma servono più che altro a creare un’atmosfera suggestiva;
- Complicazione, rottura dell’equilibrio iniziale – la situazione iniziale viene turbata da un avvenimento improvviso o un problema che nessun personaggio si aspetta (la comparsa di un antagonista, un incantesimo). Ciò dà inizio allo sviluppo di fatti successivi;
- Impresa o sviluppo – per risolvere il problema il protagonista (l’eroe) deve intraprendere un viaggio pieno di avventure e peripezie, allontanandosi dal suo luogo di origine e affrontare e superare vari pericoli (o prove) per risolvere la complicazione e ristabilire la situazione iniziale. I suoi nemici tenteranno in tutti i modi di ostacolarlo ed i problemi verranno affrontati grazie all’aiuto sia di mezzi magici sia delle sue qualità (come coraggio e determinazione).
- Conclusione, che si presenta in due fasi:
- Ricomposizione dell’equilibrio;
- Situazione finale / lieto fine – Superate le difficoltà il protagonista ottiene solitamente un premio o una ricompensa (l’amore e il matrimonio, la ricchezza e il potere), mentre l’antagonista viene punito.
Le funzioni di Propp
Lo studioso russo Vladimir Propp (1895 – 1970) è stato il primo che ha analizzato la struttura delle fiabe, cercando di capire come sono costruite.
Per fare ciò, ha preso in esame le fiabe russe di magia, ma i risultati della sua ricerca si possono applicare più in generale alle fiabe di tutte le tradizioni popolari.
Nella sua analisi Propp ha rilevato che, mentre i personaggi delle fiabe sono assai numerosi, le loro azioni si ripetono costantemente. Per Propp le fiabe hanno quindi delle situazioni ricorrenti, che lo studioso ha chiamato funzioni.
Propp ne ha individuate 31, naturalmente, è lo stesso studioso a precisarlo, non accade quasi mai che in una fiaba siano presenti tutte le funzioni.
Per una visione completa delle funzioni di Propp, dei personaggi e loro ruoli, leggi l’articolo, dedicato a questo argomento: Le funzioni e i ruoli di Propp nelle fiabe
Tempi e durata delle fiabe
Nelle fiabe come nelle favole, mancano le indicazioni precise di tempo e di durata.
- I tempi in cui si svolgono le vicende sono imprecisati. Le formule consuete: “C’era una volta…”, “Tanto tempo fa…”, “Una volta…”, “Nei tempi antichi…”, che rimandano ad un passato lontano, generico, indeterminato, rendono ancora più misteriose e fantastiche le vicende narrate e consentono al lettore di proiettarsi in “Un tempo, senza tempo” e di lasciare ampio spazio alla propria immaginazione.
- La durata stessa delle vicende è molto spesso generica: potrebbe durare poche ore, come tanti giorni o anni.
Luoghi e ambienti delle fiabe
I luoghi dove si svolgono le fiabe sono presentati con povertà descrittiva, anch’essi risultano indeterminati, generici, perché ciò che più interessa nella fiaba sono le vicende e i personaggi.
Proprio questa indeterminatezza contribuisce a creare nelle fiabe un’atmosfera misteriosa, magica e fantastica.
Tutto rimanda ad un mondo immaginario. Gli ambienti tipici delle fiabe sono favolosi castelli, grotte o caverne terrificanti, piccole case di povera gente, tenebrose foreste e paesi lontani.
Il linguaggio delle fiabe
Le fiabe hanno origini popolari, sono cioè storie inventate dal popolo, e per secoli si sono trasmesse a voce, di generazione in generazione.
Questo spiega la semplicità del loro linguaggio, che talvolta presenta espressioni tipiche della lingua parlata, e l’uso di formule fisse, filastrocche e ripetizioni, che ne rendevano più facile la memorizzazione.
Il linguaggio della fiaba è caratterizzato da:
- Frasi semplici ed espressioni tipiche del linguaggio orale, quotidiano, informale. Come già detto le fiabe erano racconti trasmessi oralmente da una generazione all’altra;
- Formule fisse di apertura. Iniziali e finali. Ad esempio: “C’era una volta…” e “… e vissero felici e contenti”;
- Ripetizioni di parole e di espressioni, all’interno della narrazione. Come: “Cammina, cammina…”, oppure “Corri corri…”;
- Elementi ricorrenti, che si ripetono sempre uguali, facili da ricordare. Ad esempio, formule magiche, filastrocche o richiami a numeri magici (ad esempio il 3 o il 7). Oppure la ripetizione dello stesso episodio per tre volte, con poche varianti, allo scopo di rendere più chiara la vicenda narrata o di prolungare la sensazione di attesa e di mistero;
- Dialoghi frequenti. Il linguaggio delle fiabe ricco di dialoghi rende viva la narrazione e danno vivacità all’azione;
- Uso di voci verbali coniugate al modo indicativo e al tempo:
- Presente, nei dialoghi;
- Imperfetto, per esprimere l’idea di un’azione passata ma indefinita, non del tutto compiuta, e per descrivere personaggi e ambienti;
- Passato remoto, per indicare azioni passate accadute in momenti ben precisi e, quindi, per raccontare lo sviluppo della trama.
La funzione educativa delle fiabe
Le fiabe raccontano avvenimenti di pura fantasia che tuttavia hanno, in modo indiretto e simbolico, una finalità educativa di grande importanza.
Le fiabe, infatti, comunicano al lettore che lotta contro le gravi e inevitabili difficoltà della vita, che soltanto chi non si ritrae intimorito ma affronta energicamente avversità inaspettate e spesso immeritate, può superare tutti gli ostacoli e alla fine riuscire vittorioso.
Nelle fiabe, dunque, il lettore vede rispecchiate quella grande prova che è l’esistenza umana in continua lotta tra il bene e il male.
Lotta, però, che si conclude sempre con un lieto fine in quanto il bene trionfa sul male, la cattiveria, la malvagità vengono punite e i buoni sentimenti, come la generosità, la bontà, il rispetto degli altri, la lealtà, la fedeltà, vengono premiati.
Il lieto fine, pertanto, è rassicurante, infonde fiducia e ottimismo. Comunica quella sicurezza di fondo che è indispensabile per andare incontro alla vita senza esserne sopraffatti, senza perdere la speranza di poter cambiare il proprio destino.
La fiaba tradizionale popolare
Nei tempi antichi, in cui solo pochi privilegiati sapevano leggere o scrivere, le fiabe venivano raccontate a voce da persone del popolo: contadini, pastori, montanari, pescatori.
Si narravano, nei momenti di riposo dal lavoro, attorno al focolare, e non erano considerate solamente racconti per bambini, ma rappresentavano un divertimento anche per gli adulti.
I narratori popolari, di volta in volta apportavano delle modifiche alle fiabe che raccontavano, aggiungevano o toglievano dei particolari narrativi, introducevano nuovi personaggi, mescolavano gli episodi di una fiaba con quelli di un’altra, e questo ha fatto sì che della stessa storia prendessero forma versioni differenti.
Inoltre, grazie ai viaggi, migrazioni, contatti tra civiltà diverse, i racconti di un popolo si sono intrecciati con quelli di altri popoli, tanto che è possibile rintracciare somiglianze significative in fiabe provenienti da luoghi molto distanti fra loro.
Solo in seguito, alcuni studiosi e scrittori hanno raccolto queste fiabe dalla viva voce del popolo e le hanno trascritte, cercando di conservare le caratteristiche del linguaggio parlato. Ed è proprio grazie al loro lavoro che le fiabe della tradizione popolare sono giunte fino a noi.
Nel Seicento, in Italia a Napoli, Giambattista Basile (1566- 1632) trascrisse e rielaborò cinquanta fiabe tradizionali nel suo: Lo cunto de li cunti – il racconto dei racconti.
Sempre nel Seicento, alla corte di Luigi XIV, in Francia, visse invece un altro dei più grandi scrittori di fiabe: il francese Charles Perrault (1628 – 1703). La sua fama è soprattutto legata ai: Racconti di Mamma Oca, una raccolta di fiabe, che l’autore riprese dalla tradizione popolare, riscrivendole in uno stile brillante e raffinato. Secondo Perrault, infatti, scopo delle fiabe era istruire, ma anche divertire. La raccolta contiene fiabe divenute assai famose come Cappuccetto rosso, Il gatto con gli stivali, Cenerentola e Pollicino.
Nel Settecento, molto importanti furono la traduzione e la diffusione in Europa della più antica raccolta scritta di fiabe del mondo arabo e orientale, giunta fino a noi: Le Mille e una notte, che comprende centinaia di racconti di differenti autori. Tra i più famosi: I viaggi di Sindbad, Aladino e la lampada magica e Alì Babà e i quaranta ladroni.
Nell’Ottocento, si diffuse uno straordinario interesse per la fiaba popolare. Tra gli scrittori e studiosi che si occupano di recuperare questo patrimonio ci furono i due fratelli tedeschi: Jacob Grimm (1785 – 1863) e Wilhelm Grimm (1786 – 1859). Girarono per le campagne e paesi a farsi narrare i racconti tradizionali dalla viva voce della gente e li misero in forma scritta. Ne nacquero così due opere: Saghe tedesche e l’ampia raccolta delle Fiabe. Protagonisti delle loro storie sono principesse, re, orchi, fate, ma anche persone comuni alle prese con una vita segnata da fatiche e privazioni. Lo stile è semplice e asciutto e richiama il linguaggio popolare. Le loro fiabe più conosciute sono: Pollicino e Hansel e Gretel.
Sempre nell’Ottocento sull’esempio dei fratelli Grimm, anche lo studioso Aleksandr Nikolaevic Afanas’ev (1826 – 1871), trascrisse oltre seicento fiabe della tradizione, ascoltate dalla viva voce degli anziani dei villaggi russi.
In Italia, Giuseppe Pitrè (1841 – 1916) invece raccolse molte fiabe siciliane che trascrisse in dialetto, per conservarne nel modo più fedele l’autenticità.
Nel Novecento, Italo Calvino (1923 – 1985), pubblicò Fiabe Italiane, una raccolta di duecento fiabe popolari delle diverse regioni italiane, che egli stesso tradusse in italiano, da trascrizioni dialettali già esistenti, in modo che potessero essere comprese da tutti.
La fiaba d’autore
La fiaba d’autore è il prodotto dell’inventiva di uno scrittore.
Tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento alcuni scrittori hanno ripreso il genere fiabesco inventando trame nuove, originali, espresse in un linguaggio diverso e più raffinato e quindi con caratteristiche diverse rispetto alla fiaba tradizionale popolare della tradizione orale.
È il caso del danese Hans Christian Andersen (1805 – 1875) considerato il più grande autore di fiabe dell’Ottocento. Molte di esse contengono riferimenti alla biografia dello scrittore ed esprimono un senso di delusione nei confronti della vita.
Tra le fiabe più conosciute di Handersen ricordiamo:
- La sirenetta;
- Il brutto anatroccolo;
- La principessa sul pisello;
- L’usignolo;
- La piccola fiammiferaia (la più struggente di tutte).
Nel corso della sua vita Andersen scrisse ben 156 fiabe, spesso rielaborando storie e leggende, appartenenti alla tradizione popolare scandinava. Ad ogni modo arricchì lo stile e la struttura.
In queste fiabe c’è una grande attenzione alla psicologia dei personaggi e il lieto fine lascia il posto a finali tristi e struggenti. Si pensi alla piccola fiammiferaia, morta congelata. Un finale che commuove anche se l’autore, in una suggestiva visione ci mostra la povera bambina ricongiunta alla vecchia nonna.
Da molte delle fiabe più famose di Andersen sono stati tratti film di successo, tra cui La sirenetta, ispirato alla fiaba omonima e Frozen – il regno di ghiaccio tratto da La regina delle nevi vincitore di due premi oscar, uno per il miglior film di animazione e uno per la miglior canzone.
In particolare alla sirenetta di Andersen è stata dedicata anche una celebre statua di bronzo, che si può ammirare all’ingresso del porto di Copenaghen.
Altri importanti autori di fiabe sono:
- Luigi Capuana (1839 – 1915);
- Emma Perodi (1850 – 1918);
- Guido Gozzano (1883 – 1916);
- William Butler Yeats (1865 – 1939);
- Oscar Wilde (1854 – 1900), di cui ti ricordo: Il principe felice e Il gigante egoista.
Le fiabe moderne
Diversi autori contemporanei si sono dedicati alla scrittura di fiabe, introducendo elementi moderni.
In particolare, la fiaba moderna si differenzia da quella tradizionale per i seguenti aspetti:
- Trama – Nuova, originale, sia per il contenuto sia per la struttura;
- Ambientazione – Accanto alle ambientazioni tradizionali (castelli e foreste) appaiono i luoghi dei nostri giorni o dei tempi recenti (centri urbani, piazze, parchi pubblici);
- Tempi e luoghi – Sono indicati con maggior precisione;
- Personaggi – Maggiormente caratterizzati: re, principi e principesse lasciano il posto a nuovi personaggi, bambini e adulti della nostra società, ma anche a nuove personificazioni fantastiche. Orchi, streghe e draghi sono frequentemente sostituiti da altre “paure”, come la paura della solitudine o dell’abbandono;
- Oggetti magici – sono diventati più moderni e fanno parte della nostra esperienza quotidiana contemporanea (biciclette, ascensori, giostre);
- Mancanza del lieto fine – A volte, non sempre la vittoria spetta all’eroe buono e positivo;
- Linguaggio – Più scorrevole, più curato e raffinato.
Tra gli autori più importanti di fiabe moderne ricordiamo:
- Gianni Rodari (1920 – 1980) che ha rielaborato molte fiabe tradizionali, capovolgendo i ruoli dei personaggi e la morale in chiave umoristica;
- Bruno Munari (1907 – 1998) autore di una serie di fiabe: Cappuccetto Rosso, Cappuccetto Verde, Cappuccetto Giallo e Cappuccetto Bianco, pubblicate a partire dagli anni Settanta;
- Roberto Piumini (1947);
- Beatrice Masini (1962) – autrice del libro Storie dopo le storie. Toglie la parola fine a molte fiabe tradizionali e continua le storie in chiave moderna;
- Francesca Lazzarato (1947);
- Roberto Denti (1924 – 2013).
Fiabe senza confini
Tutte le fiabe del mondo si assomigliano. Ogni fiaba però presenta personaggi, situazioni tipiche del popolo che l’ha prodotta o degli ambienti naturali in cui esso vive.
Le fiabe arabe, ad esempio, rimandano il profondo spirito religioso dei musulmani, mentre da quelle dei pellirossa emerge il rapporto stretto con il modo della prateria e la natura.
L’atmosfera delle fiabe esquimesi è quella glaciale del paesaggio polare e i contenuti sembrano testimoniare la fatica di vivere in un ambiente così ostile.
Le imprese delle fiabe polinesiane, prevalentemente cacciatori e pescatori, sono invece collocate in lagune rigogliose, in luoghi incontaminati, come sono quelli degli atolli e delle isole vulcaniche del pacifico.
Frequenti sono poi, nelle fiabe delle varie parti del mondo i riferimenti a riti, credenze religiose, consuetudini e modi di comportarsi, alle abitudini alimentari, all’abbigliamento e agli ornamenti, alle abitazioni e ai suoi utensili.
Esistono poi fiabe simili in Paesi diversi. Cappuccetto Rosso e Cenerentola, ad esempio, sono le fiabe più diffuse nel mondo.