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Significato dell’amico e del mezzo amico – racconto arabo

Il vero amico si riconosce nei momenti difficili

Mentre un principe girava nella città, sentì una conversazione tra un mercante e il figlio di questi.

Il mercante chiese al figlio: «Quanti amici hai?».

«Quaranta» rispose il figlio.

Il padre: «Ma come è possibile che tu ne abbia quaranta ed io ho soltanto un amico e un mezzo amico?».

Quando il principe sentì ciò, ne rimase profondamente colpito e quindi chiese ai suoi consiglieri: «Chi di voi mi può spiegare il significato dell‘amico e del mezzo amico?».

Dissero loro: «L‘amico sappiamo cosa significa, ma il mezzo amico non lo sappiamo».

A quel punto il principe pensò che forse il mercante scherzasse con suo figlio, ma poi curioso di saperne di più, ordinò di portare il mercante da lui e quando questi arrivò, gli chiese di spiegargli il significato dell‘amico e del mezzo amico.

Disse il mercante: «Non posso spiegare questo, ma posso fartelo vedere».

«Come?» chiese il principe.

Ed il mercante: «Chiedi ai tuoi araldi di girare per tutto il regno, annunciando la mia condanna a morte e che l‘esecuzione sarà venerdì».

«Cosa?» esclamò il principe.

Rispose il mercante: «Fai come ti dico e potrai comprendere il significato dell‘amico e del mezzo amico».

Gli araldi del re iniziarono a percorrere in lungo e il largo il regno, proclamando la condanna a morte del mercante, perché aveva commesso una colpa grave e annunciando che la sua esecuzione sarebbe avvenuta il venerdì.

Il giorno prestabilito, arrivò moltissima gente. Il principe stava lì e anche il mercante che aspettava l‘esecuzione.

Ad un certo punto si presentò una persona al principe e gli disse: «Mio signore, sono disposto a pagare qualsiasi somma di denaro affinché tu metta in libertà il mercante».

«Non posso» disse il principe «la sua colpa è troppo grande».

Rispose l‘uomo: «Ti lascio metà del mio patrimonio».

«Neanche tutto il tuo patrimonio, basterà», replicò il principe.

Allora l‘uomo guardò il mercante e disse: «Hai visto, fratello, ero disposto a lasciare il mio patrimonio per salvarti, ma il principe ha rifiutato. Pensi che sono venuto meno alla nostra amicizia?»

Rispose il mercante: «Sei stato un amico fedele, vai in pace».

Mentre si stava avvicinando il momento dell‘esecuzione, arrivò un uomo correndo dal principe e gli disse: «Vuoi decapitare il mercante che è un innocente? Sono io il vero colpevole».

Poi si girò verso la gente e gridò: «Brava gente, il mercante è innocente, sono stato io a commettere questa grande colpa, giustiziate me!».

«Va bene» disse il principe «ti giustizieremo al suo posto».

Le guardie lo presero e lo misero sul patibolo, al posto del mercante.

Gli chiese il principe: «Confermi che sei il colpevole?». L‘uomo confermò e poi si rivolse al mercante e gli disse: «Fratello mio, va’, torna alla tua famiglia».

Allora il mercante disse al principe, sorridendo: «Hai visto, mio signore, la differenza tra l‘amico e il mezzo amico? Chi sacrifica il suo denaro per te è un mezzo amico, ma chi sacrifica la sua vita è un amico».

 

Morale del Racconto

Questo racconto di origine araba vuole farci riflettere sul vero significato della vera amicizia.

Ora senza esagerare fino al punto di sacrificare la vita, direi che anche solo trovare dei “mezzi amici” che sacrificano le loro ricchezze, sarebbe già una grande cosa.

Oggi quando si parla di amicizia, ci raffiguriamo Facebook e i social network, all’interno dei quali chiamiamo amici persone che nemmeno conosciamo, con cui condividiamo ogni sorta di intimità. Con questo non si vuol dire che nell’era dei social non esiste più l’amicizia ma solo che vi é una interpretazione errata di questo così nobile sentimento.

A proposito di amicizia, leggi anche l’articolo su questo blog:

 

Se invece sei interessato alla morale, ovvero l’insegnamento che puoi trarre dai racconti e dalle favole, vai alla categoria: Racconti e Favole Formative. Ne troverai moltissime.

 


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